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Accessibilità, Livelli di Priorità e Linee Guida

I consigli sull'accessibilità tengono conto dei documenti conclusivi della Conferenza Ministeriale di Lisbona dell'Unione Europea del 20 Marzo 2000 e della conferenza Ministeriale di Feira del 19 e 20 giugno 2000, nonché, naturalmente, delle tecniche per rendere i contenuti web accessibili stabilite dal WAI (Web Accessibility Initiative), gruppo di lavoro del W3C.

Il documento del WAI, infatti, in maniera molto accorta, aveva identificato tre livelli di gravità nei problemi relativi all'accessibilità, e di conseguenza tre diversi livelli di adesione alle norme.

Priorità 1:
Norme che devono essere rispettate da tutti, pena l'impossibilità per alcuni gruppi di utenti di accedere alle informazioni (livello A di adesione).

Priorità 2:
Norme che dovrebbero essere soddisfatte, pena una difficoltà di accesso ad alcune informazioni da parte di uno o più gruppi di utenti (livello AA).

Priorità 3:
Norme che potrebbero essere soddisfatte, con l'obiettivo di rendere ancora migliore l'accesso a uno o più gruppi di utenti (livello AAA).

Lo scopo appare evidente, ed è evidenziato in modo pratico, ma non riduttivo da Jakob Nielsen: poiché adeguare il sito al rispetto completo delle norme è molto complicato, soprattutto per i siti esistenti di una certa entità, la definizione delle priorità consente almeno di iniziare a pensare al primo livello di compatibilità.

Il consiglio di Nielsen è quello di rendere compatibile subito al livello A almeno l'home page e le pagine nuove. In seguito, di avvicinare le pagine più frequentate allo stesso livello, e iniziare a lavorare per la compatibilità per il livello medio (AA), e così via seguendo un approccio graduale.

La questione è prima di tutto etica: le linee guida del WAI possono effettivamente garantire la non esclusione dal mondo internet di varie categorie di utenti disabili e non solo.

Infatti possono essere molteplici i problemi che l'utente deve affrontare.
Ad esempio:

  • Potrebbero non essere in grado di vedere, di sentire, di muoversi, o di recepire in modo agevole, o affatto, o alcuni tipi di informazioni.
  • Potrebbero avere difficoltà nel leggere o nel comprendere i testi.
  • Potrebbero non essere in grado di usare la tastiera o il mouse.
  • Potrebbero utilizzare un lettore solo-testo, un piccolo monitor, o una connessione a Internet molto lenta.
  • Potrebbero non dominare la lingua in cui è scritto il testo.
  • Potrebbero trovarsi a non disporre appieno della loro vista, udito, o delle loro mani (per esempio guidando, in un ambiente inquinato acusticamente, ecc.).
  • Potrebbero disporre di una versione antiquata del browser, o di un browser alternativo, di un browser vocale ad esempio, o di un inusuale sistema operativo.

I content manager dovrebbero considerare tutte queste eventualità nella progettazione di interfacce.
Le interfacce si basano su due principi:

Garantire una trasformazione elegante delle pagine: attraverso l'uso di tag ALT e LONGDESC e di descrizioni uditive è possibile almeno rendere accessibili versioni alternative di immagini e animazioni. E' inspensabile per garantire questo punto una buona validazione del codice secondo direttive che purtroppo, in pratica, non tutti i browser supportano in maniera conforme,  rendere il contenuto navigabile e fruibile.

Le 14 linee guida articolate sui tre livelli di priorità servono proprio a questo. La conformità della pagina può essere controllata gratuitamente con il validatore presente su www.cast.org/bobby, il quale scorre il codice Html alla ricerca di problemi di utilizzo del codice.

E' bene però precisare che l'accessibilità non può essere semplicemente verificata automaticamente. Infatti, uno dei due principi cui fa riferimento, precisamente rendere il contenuto navigabile e fruibile, non può certo essere stabilito da un programma.

Alla luce di queste considerazioni, è possibile anche definire il rapporto che intercorre fra usabilità e accessibilità, almeno per come viene definita dal WAI. Si tratta di un rapporto di in conlusione: l'accessibilità, per essere tale, deve includere Anche l'usabilità, e, oltre a questo, implementare alcune norme di buona codifica Html.

Non è dunque vero, come si sente alle volte, che l'accessibilità è uno dei prerequisiti dell'usabilità. E' semmai vero il contrario (l'usabilità è un requisito dell'accessibilità), e ne consegue che rendere un sito accessibile è decisamente più difficile che renderlo usabile. E comunque, per rendere un sito accessibile, diventa indispensabile condurre dei test di usabilità.

L'usabilità, dunque, si dimostra ancora una volta fondamentale per un accesso più democratico al web, contrariamente a quanto sostengono certe accuse di conservatorismo che periodicamente si vede affibbiare da chi, forse, ha altre preoccupazioni e non la conosce poi troppo bene.

Ma quanto è difficile rendere un sito accessibile? Quante rinunce si debbono fare? In realtà, dipende. Dipende dal livello cui ci si vuole uniformare. Seguendo i consigli di Nielsen, per esempio, non ci sono poi troppe rinunce da fare per rendere una pagina conforme al primo, più serio livello di priorità.

Non vi sono rinunce così pesanti da fare: qualunque pagina compatibile con un browser di terza generazione può facilmente essere resa accessibile.